Oliviero Toscani


 
L'unica che mi sento di escludere è la foto di me stesso morto.

Esagerare è una forma di creatività che appartiene all'arte. E l'arte è l'espressione delle emozioni, esagerare fa bene, è un esercizio delle passioni, dalle quali veniamo sempre più allontanati dalla realtà analgesica in cui viviamo.

Si nasce, e poi l'unica cosa che siamo sicuri ci succederà sarà il morire.

In fondo la vecchiaia non è altro che il castigo di essere ancora vivi.

La vita ha senso solo se si vive "contro". Il conformismo uccide la creatività e finisce per annientare l'uomo.

Se si è maturi per un dio si è generalmente acerbi per il prossimo.

C'è chi crede nella religione e chi invece religiosamente crede nel non crederci.

Mi considero un terrorista della pubblicità.

Photo Oliviero Toscani
 
Le persone normali hanno sempre bisogno di un mostro da giudicare per convincersi di non essere simili a lui.

È più facile far uscire un bambino dalla mamma cha la mamma dal bambino

Non ho ancora capito se la mamma è un'istituzione utile all'umanità o se è stata inventata dal Padreterno per far guadagnare gli psicoanalisti.

Non c'è niente che ci parli oggi della morte della natura - e per morte della natura intendo l'abdicazione all'inautentico, all'artificiale, al pretestuoso - come il rossetto viola che le donne si passano sulle labbra.

A vedere certi film penso quanto sia bella la pubblicità.

I libri possono servire per sedercisi sopra. Sarà che non leggo un libro, che non vado al cinema, non ho la televisione. La mia ignoranza è la mia cultura.

Non ho mai avuto giocattoli. La sera andavo a letto con il fucile a turaccioli, una bambola di mia sorella e un quotidiano.

Attraverso la dittatura dell'immagine la razza ariana è diventata finalmente quello che non era riuscita a essere cinquant'anni fa: Claudia Schiffer è riuscita dove Adolfo Hitler ha fallito.

Credere in un dio ti dispensa dall'essere coraggioso nel rischiare di credere in qualcos'altro, la religione ti rende la vita più facile, e il posto più sicuro.

1 commento:

  1. “Ho perso quaranta chili in un anno. So che il mio male è incurabile"
    “Sto vivendo un'altra vita - Vengo da una generazione, quella di Bob Dylan, dove eravamo forever young, il pensiero di invecchiare proprio non c’era. Fino al giorno prima di essere così, lavoravo come se avessi 30 anni. Poi una mattina mi sono svegliato e all'improvviso ne avevo 80".
    È successo "un po' prima di un anno fa. Alla fine di giugno mi sono svegliato con le gambe gonfie, ero in Val d'Orcia a scattare qualche foto. Ho cominciato a fare fatica a camminare".
    A diagnosticare la malattia, l'amiloidosi, è stato un medico di Pisa, Michele Emdin: "In pratica le proteine si depositano su certi punti vitali e bloccano il corpo. E si muore. Non c’è cura".
    Toscani sta affrontando quindi una cura sperimentale: "Faccio da cavia. A ottobre ho anche preso una polmonite virale e il Covid, mi hanno tirato per i capelli. Penso di essere stato anche morto, per qualche minuto: ricordo una cosa astratta di colori un po’ psichedelici.
    Quando sto male e ho la febbre riesco a immaginare cose fantastiche... In un anno ho perso 40 chili. Neppure il vino riesco più a bere: il sapore è alterato dai medicinali". Ha ancora voglia di fotografare? "No, mi sono liberato di tutto. È questa la bellezza". Ha paura di morire? "No, non ho paura. Basta che non faccia male. E poi ho vissuto troppo e troppo bene, sono viziatissimo. Non ho mai avuto un padrone, uno stipendio, sono sempre stato libero".
    "Quando ho detto al mio amico Luciano Benetton che avevo una malattia rara lui mi ha risposto: 'Oliviero, tu sei nato con una malattia rara!'", racconta il fotografo, che aggiunge: "Ci sentiamo due volte alla settimana, ma non voglio che venga. È impegnativa per me una roba così". "Quando lavoravo in Benetton i veri nemici erano i manager. All’infuori di Luciano, tutti gli altri mi odiavano. Ora mi ha detto: 'Avevi ragione tu su di loro'". In queste giornate "leggo, guardo in tv l’Inter e certe squadre inglesi. E poi c’è Sinner, che mi dà sollievo nella vita"
    Al Museum für Gestaltung di Zurigo c’è una sua mostra: "Ha battuto tutti i record: doveva finire a metà settembre e invece la prolungano fino alla fine dell’anno. Pensare che ci passavo davanti, quando ero studente, ammirando chi riusciva a esporre lì. E adesso ci sono io. Non sono ancora andato. Magari, quando torna, mi ci accompagna Ali. E poi magari proseguo il viaggio con Cappato. Farebbe molto ridere".
    Oliviero Toscani ha raccontato la sua malattia in una intervista al corriere della sera .”Ho scoperto di non stare bene un anno fa".

    Fonte: https://fotografia.altervista.org/blog/

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